Programmazione
per Unità Didattiche
Nella logica della programmazione curriculare l’unità
didattica obbedisce all’esigenza di operare con ordine nelle
attività di lavoro in aula; è una modalità
che permette di organizzare le lezioni in sequenze ordinate e di
strutturare il tempo-scuola in segmenti omogenei e ben strutturati;
ha elementi di flessibilità che consentono al docente di
controllare l’andamento della classe e l’individuazione
dei recuperi da fare. Ciò significa che ciascuna unità
didattica deve:
· rispondere alle finalità complessive che sono state
definite nella programmazione di materia;
· essere orientata al raggiungimento di precisi e dichiarati
obiettivi;
· rendere espliciti metodi e tecniche opportunamente selezionati
e descritti,
· essere completata da un sistema coerente di verifiche,
che permettano di controllare che le finalità siano perseguite
e gli obiettivi raggiunti.
Programmazione modulare o per aree tematiche
La didattica modulare fa riferimento ai moduli, cioè ad ampie
partizioni del programma corrispondenti ai grandi temi in cui una
disciplina, anno per anno, si divide. Una didattica per moduli,
ben definiti per ambiti e per aree disciplinari, con indicazioni
dei tempi, degli obiettivi specifici, delle metodologie di intervento,
degli strumenti adottati, delle forme di verifica individuale, della
determinazione dei criteri di misurazione e valutazione delle competenze,
da un lato garantisce una maggiore organicità alla programmazione
senza rinunciare, tuttavia, alla flessibilità permessa dalle
unità didattiche, dall’altro lato offre allo studente
la possibilità di avere un’ effettiva padronanza di
interi ambiti del sapere. Sul piano organizzativo questo significa:
· mettere in atto una strategia formativa strutturata, in
cui l’organizzazione del curricolo prevede l’impiego
flessibile dei moduli;
· pensare la modularità come diverso modo di organizzare
i percorsi formativi, potenziando la flessibilità, la reversibilità,
la trasferibilità delle esperienze formative.
Didattica laboratoriale
Si tratta di una metodologia didattica volta a valorizzare il momento
dell’apprendimento e dell’interazione dell’allievo
con l’ambiente interno. L’insegnamento viene organizzato
in procedimenti attivi, in cui il docente è il coordinatore-guida
e gli alunni vivono direttamente l’esperienza del ricercatore,
appropriandosi degli strumenti logico-formali di analisi, sintesi,
relazioni e comunicazioni
Didattica per progetti
E’ la didattica del “pensare per progetti o sapere di
saper fare”, attraverso la quale risulta possibile motivare
maggiormente gli alunni, guardando con più attenzione al
“prodotto finito” e all’ottica costruttivista
che esso richiede e non solo ai contenuti disciplinari; in tal senso
si stimola un apprendimento più efficace e si facilita l’interazione
con il mondo.
Sistematizzazione e formalizzazione dell’attività
didattica
E’ l’impegno che l’istituto si assume di conservare
traccia delle attività svolte e di costituire un archivio
della propria memoria storica con l’obiettivo di pervenire
alla pubblicazione di un Annuario, che potrebbe funzionare come
principale strumento di lavoro.
La Didattica Integrativa e Compensativa
Nell’ultimo decennio sia i rapporti del Censis (risalenti
addirittura al 1997) sia le continue informative ministeriali stanno
insistendo sul gravoso problema della “dissipazione culturale”
della scuola italiana: irregolarità dei percorsi scolastici,
ma soprattutto raggiungimento dei diplomi finali con standard bassissimi
di conoscenze e competenze acquisite.
Riteniamo, pertanto, che interventi didattici compensativi e integrativi
possano far fronte a situazioni che, diversamente, provocherebbero
una indelebile degenerazione culturale ed educativa.
La didattica compensativa viene organizzata nella normale progettazione
didattica e costituisce uno degli obiettivi forti di tutto il processo
educativo. Essa prevede azioni dirette a tutta l’utenza scolastica,
attività di tutoraggio miranti a favorire l’integrazione
degli alunni stranieri e a ridurre le cause dell’insuccesso
scolastico (sostegno al metodo di studio, rimotivazione, assistenza
alle attività di impegno pomeridiano, passerelle) e attività
consistenti nelle tradizionali forme di recupero. Il lavoro dei
tutor, coordinato per il corrente anno scolastico all’interno
dell’Osservatorio Permanente per il Disagio, è supportato
da un servizio di consulenza psicologica gestito da un operatore
esterno e aperto a studenti, insegnanti e genitori
Il recupero “in itinere”.
E’ una forma di recupero indispensabile, se si vuole intervenire
con immediatezza e tempestività per recuperare eventuali
carenze manifestate già nella prima fase della programmazione
ed evitare che l’accumulo delle lacune sia per l’allievo
un ostacolo nel conseguimento dei profitti durante le fasi successive
della programmazione.
Tale forma di recupero richiede una didattica più sorvegliata
e differenziata, obiettivi ben individuati e comunicati e la verifica
del loro corretto conseguimento; essa viene svolta in classe da
ogni docente e si avvale anche di strumenti diversi da quelli usati
nella prima fase.
Gli interventi didattici educativi integrativi
L’esigenza di compensare l’abolizione degli esami di
“riparazione” e la necessità, spesso sottolineata
da ordinanze e circolari ministeriali, che i Consigli di classe
all’inizio dell’anno e periodicamente “accertino
eventuali difficoltà degli alunni” (con insufficienze
in una o più discipline) hanno portato alla promozione “di
interventi integrativi utili al riequilibrio tempestivo e alla prevenzione
di forme di insuccesso scolastico…” (O.M 3/95; C.M.
175/98)
L’esperienza di questi anni ci ha portato a definire alcune
tipologie di difficoltà frequentemente riscontrate negli
allievi:
a) carenze di requisiti trasversali e di base soprattutto nell’ambito
linguistico-espressivo e logico-matematico ed inadeguate strategie
di studio e di memorizzazione;
b) carenze nell’acquisizione di concetti e nozioni che hanno
valenza strutturale all’interno di una disciplina;
c) difficoltà ad applicare le nozioni acquisite in modo coerente
nella pratica didattica;
d) mancata acquisizione di parti limitate della disciplina.
Criteri, tempi e modalità di recupero dei debiti
formativi
Visto il D.M. n. 42 del 22 maggio 2007 in materia di credito scolastico
e debiti formativi;
Ai sensi del D.M. n. 80 del 3 ottobre 2007, con particolare riferimento
alle valutazioni quadrimestrali ed ai giudizi di ammissione/non
ammissione alla classe successiva;
Vista l’O.M. n. 92 DEL 5/11/07;
Preso atto della necessità di programmare, ai sensi degli
stessi DD.MM. criteri, tempi e modalità per gli interventi
didattici finalizzati al recupero dei debiti formativi e dei giudizi
di ammissione/non ammissione alla classe successiva;
A parziale modifica/integrazione del POF 2007/2008 e della precedente
delibera del __ ottobre 2007, il Collegio dei Docenti ha stabilito
che le attività di sostegno e di recupero costituiscono parte
ordinaria e permanente del piano dell’Offerta Formativa e
saranno svolte secondo criteri, tempi e modalità di seguito
indicati;
1. gli studenti sono tenuti alla frequenza di dette attività,
al termine delle quali saranno effettuate formali verifiche di cui
sarà data informazione allo studente ed ai genitori interessati;
2. fermo restando l’obbligo di sostenere la verifica finale,
i genitori possono provvedere autonomamente al recupero dandone
comunicazione all’Istituto;
3. le attività di sostegno e di recupero potranno svolgersi
con modalità diverse, ad esempio per gruppi, classi aperte
o per livello, come pure nella forma dello sportello didattico individualizzato
in relazione alla specificità delle carenze da recuperare
ed alla efficacia dell’intervento, utilizzando un coerente
e sostenibile monte ore di lezione (non meno di 15 ore per ciascun
intervento) ed impegnando in modo razionale e secondo criteri stabiliti
dalla contrattazione d’istituto i docenti in servizio che
hanno dato la loro disponibilità; alla fine del primo quadrimestre
si ipotizza di strutturare il calendario scolastico in modo da far
fronte sia “alle necessità di sostegno-recupero che
a quelle di valorizzazione ed incremento delle eccellenze”;
4. per la realizzazione degli interventi di recupero e/o sostegno,
oltre al fondo d’istituto, si potrà attingere:
a. all’ora di recupero che ciascun docente deve “restituire”
per la riduzione dell’orario settimanale a 50 minuti nei giorni
di martedì, mercoledì e venerdì;
b. alla quota del 20% prevista dal D.M.n. 47 del 13 giugno 2006;
5. detti interventi sono programmati per gli alunni che presentano
insufficienza in una o più discipline nello scrutinio intermedio
e/o finale di norma nei periodi febbraio/marzo (primo intervento
per gli alunni che presentano insufficienze alla fine del I quadrimestre),
aprile/maggio (secondo intervento per gli alunni per presentano
ancora insufficienze) e/o dal 15 giugno al 20 luglio (per gli alunni
per i quali in sede di scrutinio finale è stato sospeso il
giudizio di promozione);
6. al termine di ciascun intervento di recupero i docenti sono tenuti
a svolgere “verifiche documentabili volte ad accertare l’avvenuto
superamento delle carenze riscontrate”
7. per gli studenti che in sede di scrutinio finale presentano insufficienza
in una o più discipline il consiglio di classe valuterà
la possibilità del rinvio del giudizio di ammissione o non
ammissione alla classe successiva e nell’albo dell’istituto
verrà riportata l’indicazione “sospensione del
giudizio”. Della decisione assunta, delle carenze riscontrate,
dei voti proposti e degli interventi didattici finalizzati al recupero
dei debiti formativi assegnati viene data contestuale e formale
informazione scritta ai genitori;
8. nel periodo antecedente l’inizio dell’anno scolastico
2008/2009 e di norma entro il 20 luglio 2008, sarà effettuata
una verifica scritta/orale/scritto-grafica della preparazione conseguita
dagli studenti nelle discipline insufficienti o nelle parti delle
stesse ed il consiglio di classe, in apposita seduta, procederà
alla valutazione degli esiti ed alla formulazione del giudizio definitivo
di ammissione o non ammissione alla classe successiva, contestualmente
assegnando il credito secondo la tabella A di cui al citato D.M.
n. 42 per gli alunni delle classi terze e quarte;
9. per tutto ciò che riguarda la composizione dei Consigli
di Classe, a cui compete la formulazione del giudizio definitivo
di ammissione o non ammissione alla classe successiva, si fa riferimento
all’art. 8 comma 6 dell’O.M. n. 92 del 5/11/2007;
10. relativamente ai criteri di valutazione, restano validi in quanto
compatibili con le nuove norme quelli già esplicitati nel
P.O.F. in adozione.
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